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THAILANDIA : BANGKOK E LE ISOLE

È arrivato il momento di lasciare la Cambogia e tornare in Thailandia. Come sempre facciamo il giro di tutte le agenzie di Siem Reap per trovare il biglietto meno caro. È un terno al lotto, i venditori sono capaci di dirti qualunque cosa riguardo l’autobus che ti accompagnerà pur di farti comprare da loro: “Ha il Wi-Fi. C’è lo schermo gigante. Può Volare. Torna indietro il tempo”. Tu non puoi far altro che buttarti e puntare tutto sulla faccia che ti ispira più fiducia, con la speranza che il mezzo in questione abbia almeno un motore.
Questa volta siamo fortunati, l’autobus è puntuale e non sembra sul punto di esplodere da un momento all’altro. Il viaggio vola via liscio, niente imbucati, fuggitivi, incantatori di serpenti o cartomanti, non c’è nemmeno una gallina! Negli ultimi tre mesi tra Laos, Vietnam e Cambogia ne abbiamo viste davvero di tutti i colori, non posso fare a meno di sorridere quando ci penso e ancora una volta mi rendo conto di quanto siamo cresciuti in così poco tempo. Quante cose prima ci sembravano troppo grandi da affrontare e quante invece oggi non sono più un problema. Quando capisci che ci sono altri modi di vivere e altre abitudini rispetto alle tue, diventa tutto più semplice, devi solo lasciarti andare e goderti il momento, essere grato per avere la possibilità di essere lì, proprio in quel preciso istante, e poter assistere al grande spettacolo della vita. Un giorno tutto questo ti mancherà.

Arriviamo a Bangkok in serata, siamo felicissimi, abbiamo appuntamento con due carissimi amici che hanno deciso di venire qui in vacanza solo per vederci. Sono le prime persone della nostra famiglia che vediamo da quando siamo partiti 11 mesi fa e per noi sarà come tornare a casa per un attimo. Non vediamo l’ora di abbracciarli, viaggiare a lungo termine è pazzesco ma ogni tanto si sente la mancanza di quel calore che solo la famiglia può darti. Staccare per un paio di settimane dal nostro giro del mondo e “andare in vacanza” con i nostri amici è proprio quello ci vuole.
In attesa che arrivino troviamo l’ostello più economico del centro e prendiamo una stanza, grande più o meno quanto un box doccia, che si trova proprio su un ristorante e accanto a un bar che sembra intenzionato a riprodurre tutti i migliori successi degli anni 80. Per quel che ci riguarda potrebbero organizzare anche un karaoke nella nostra stanza, nulla riuscirebbe a toglierci il sorriso in questo momento!

Scopriamo anche che Davide, un ragazzo che ci seguiva dall’Italia intenzionato a partire per il sud-est asiatico, è in città e alloggia nel nostro stesso ostello, anche lui per motivi di budget ovviamente. È sempre un piacere incontrarsi tra viaggiatori, non c’è bisogno di chiedere, di dare spiegazioni, si è perfettamente consapevoli di essere sulla stessa barca, ognuno coi suoi momenti indimenticabili e i suoi sacrifici. Si condivide un pezzo di viaggio insieme, anche se per poco tempo, e non c’è niente di meglio che farlo davanti a una birra ghiacciata mentre si racconta delle proprie avventure in giro per il mondo. La cosa più bella è vedere negli occhi di chi hai davanti che sà esattamente di cosa stai parlando, perché anche lui come te ha messo i suoi sogni al primo posto.

Finalmente ci siamo, i nostri amici, Betta e Ale, sono arrivati e quando li vediamo a momenti sveniamo dalla gioia. Basta un abbraccio per infondere in noi una nuova e infinita carica di energia, coraggio e fiducia… in una sola parola, vita. Dopotutto in quanti metterebbero in conto un viaggio dall’altra parte del mondo, sacrificando tempo, denaro e le proprie ferie, solo per raggiungerti e dirti “ti voglio bene”? Ci avevano promesso che sarebbero venuti ancora prima della nostra partenza e hanno mantenuto la parola. Quando si sta tanto tempo così lontano da casa ci vuole un attimo a perdere i contatti, sembra che le persone non abbiamo nemmeno il tempo di chiedere come stai eppure passano 17 ore al giorno attaccati al telefono. Ma l’altro lato della medaglia è che capisci per chi sei davvero importante e Betta e Ale ce lo hanno dimostrato nella maniera più grande che possa esistere.

I ragazzi non si tirano indietro e vogliono viaggiare esattamente come noi, vogliono vedere e conoscere la Thailandia senza risparmiarsi. Prima di raggiungerci infatti sono stati a Chiang Mai, che fu la nostra prima tappa quando attraversammo il nord del Paese poco più di tre mesi fa, mentre cercavamo di raggiungere il Laos. Abbiamo deciso di visitare Bangkok alla fine del nostro breve viaggio insieme, siamo impazienti di vedere il famoso mare della Thailandia, ma non vogliamo andare nelle isole più famose e turistiche né allontanarci troppo dalla capitale. Dopo approfondite ricerche troviamo la soluzione perfetta, l’isola di Koh Samet. A sole 5 ore di minivan e 30 minuti di barca è perfetta per quello che cerchiamo. Non è presa molto in considerazione dai turisti ma è molto conosciuta tra i thailandesi, e quando arriviamo capiamo il perché. Pochissima gente e tranquillità assoluta, con un’estensione che non raggiunge neanche i 10 km, offre una serie di spiagge una più bella dell’altra mano a mano che dal porto si prosegue verso sud. La bellezza sta proprio nell’attraversarla tutta a piedi, fermandosi per un bagno e poi ripartire fino alla baia successiva.

Un tramonto a Ko Samet

La prima sera è meravigliosa, abbiamo due bellissimi bungalow uno accanto all’altro ma ci ritroviamo in quello dei ragazzi che non vedono l’ora di darci i regali che hanno portato dall’Italia: grana, pecorino, taralli e soppressata. È la cosa più bella che abbia mai visto, riusciremmo a mangiarli anche senza scartarli! Dopo mesi e mesi di cibo asiatico è stato come trovare un’oasi in pieno deserto. Amiamo provare tutte le cucine del mondo ma quella italiana non si batte, soprattutto dopo 11 mesi!
Quattro veri amici, ottimo cibo, qualche birra e tantissime risate, niente di più semplice… eppure è stata una delle serate più belle della mia vita, e Dio solo sa quanto ne avevamo bisogno.

Grana, pecorino, taralli e soppressata!

Noi amiamo l’Italia, è casa nostra e ne siamo fieri anche se purtroppo ci sono tanti problemi da risolvere. È davvero uno dei Paesi più belli del mondo ma purtroppo per apprezzarlo davvero lo devi lasciare per molto tempo. Ora vogliamo goderci il nostro giro del mondo ma un giorno sarà meraviglioso tornare a casa nella nostra amata terra.

I giorni volano, le spiagge sono così belle che li impieghiamo tutti per vederle una per una. I nostri amici sono fantastici, non riusciamo a impedirgli di offrirci una cena in riva al mare a base di pesce fresco, sanno che abbiamo un budget da rispettare e non ce la saremmo potuta permettere, e fanno di tutto per aiutarci e coccolarci sapendo che a breve saremo di nuovo soli. Sono piccoli grandi gesti che ti scaldano il cuore, ti fanno venire voglia di tornare subito a casa solo per sdebitarti anche se sei consapevole che non potrai mai davvero ricambiare.

L’ultimo giorno a Koh Samet è davvero dura lasciare l’isola, è stato il nostro piccolo paradiso per una settimana che ha addirittura superato le aspettative, la ricarica perfetta prima di buttarci nel delirio di Bangkok.
Il minivan ci lascia proprio a Khao San Road, il cuore pulsante della città. Se un giorno vi capiterà di passare per questa metropoli è molto probabile che il vostro viaggio comincerà da qui. Venditori ambulanti, bancarelle di ogni tipo, padelle fumanti di pad thai (il re dello street food thailandese, ovvero noodles saltati con gamberi, carne, tofu, verdure ecc.), insetti fritti, shot di superalcolici, musica a tutto volume, insegne luminose, tuc tuc, centri massaggi, un’esperienza che non dimenticherete mai in tutti i sensi!

Khao San Road

Ma la città non è solo questo, anzi è molto molto di più! Ci sono meraviglie sparse ovunque: il Palazzo Reale, il Buddha sdraiato, il Buddha di smeraldo, il Tempio dell’Alba, il Monte d’Oro, ad ogni angolo potresti trovare un luogo sacro. Dedichiamo un’intera giornata per vedere tutto ciò che possiamo, ovviamente a piedi come sempre e maciniamo chilometri sotto un sole cocente, il caldo qui sa essere molto impegnativo. Le soluzioni possono essere le brevi soste ai 7 Eleven con l’aria condizionata che riproduce l’ecosistema del Polo Nord, o i bicchieroni di frutta fresca alle bancarelle. Meglio la seconda se volete arrivare a fine giornata. Al tramonto un altro giro per Khao San Road, che offre sempre uno spettacolo per cui non si paga il biglietto, dove le ragazze si concedono un messaggio ai piedi (un altro regalo di Betta per Federica, che lo sognava da tempo).
Federica può finalmente mettere in atto il suo piano e svelare la sua sorpresa per Betta: un bar il cui tema principale sono gli unicorni, dove tutto è colorato e sembra uscito da una fiaba (costume da unicorno compreso). Io e Ale ne approfittiamo per qualche birra tra uomini, dopotutto non so quando ne avrò di nuovo l’occasione.

Fede e Betta nel magico mondo degli unicorni

Ecco cosa mangiano gli unicorni

Per chiudere in bellezza questa giornata perfetta, ceniamo tutti insieme come al solito ad una bancarella di strada, Betta e Ale ormai sono dei veri Trip’N’Rollers!
Il nostro ultimo giorno insieme lo dedichiamo a una gita fuori porta, la visita di Ayutthaya, la città che fu l’antica capitale del Regno del Siam (che poi divenne Thailandia nel 1939). Le escursioni organizzate costano tantissimo e non rispecchiano lo stile Trip’N’Roll, decidiamo di fare tutto da soli, passando dagli 80 euro per un tour a soli 8 euro e 25 centesimi (se volete sapere come fare, abbiamo scritto tutto QUI).
Optiamo per il treno che si rivelerà un’esperienza magnifica a stretto contatto con la gente locale. Sono solo 85 km ma a Bangkok non tutti i passaggi a livello hanno le sbarre e il treno resta molto spesso bloccato dalle auto in coda. Una volta arrivati potremmo affittare un tuk tuk con autista per tutto il giorno, ma non sarebbe divertente (e anche più costoso), scegliamo quindi di prendere 4 biciclette e goderci l’esperienza per conto nostro.
Le antiche rovine sono Patrimonio UNESCO dal 1976, visitarle è come tornare indietro nel tempo e possiamo solo lontanamente immaginare quanto fosse imponente e magnifica questa città durante i suoi anni d’oro.

Ayutthaya

La giornata è perfetta, un’altra avventura insieme ai nostri amici e non potevamo chiedere di meglio. La bicicletta è stata una scelta azzeccata, si è liberi di rispettare i propri tempi e fermarsi dove pare e piace, senza contare i benefici di una sana attività fisica. Dobbiamo riconsegnarle entro le 18.00 e riusciamo a farcela alle 17:59 per puro miracolo, forse fermarsi mezz’ora per ammirare un varano di due metri nel cortile di una villa non è stata una buona idea (e ricordatevi sempre di calcolare le distanze in anticipo!).

Ci siamo, è arrivato il tristissimo momento di salutare Betta e Ale e non sappiamo nemmeno da dove cominciare a ringraziarli (e mai lo sapremo). È stato un viaggio nel viaggio, un tornado di emozioni meravigliose che ci ha travolto e fatto rinascere per l’ennesima volta. Fede piange ininterrottamente, sembra di rivivere una seconda volta i tremendi saluti prima della nostra partenza, ma le ricordo quanto sono stati belli questi giorni insieme e quanto non averli vissuti sarebbe stato molto ma molto peggio. Quando torneremo i nostri amici saranno lì, sempre in prima fila, pronti ad accoglierci a braccia aperte, e finalmente noi potremmo sdebitarci (o almeno provare a farlo) per tutta la gioia che ci hanno donato.

Grazie di tutto ragazzi

Dobbiamo riprendere il nostro viaggio, la strada ci aspetta, ma non prima di aver visitato il mercato di Maeklong, un mercato che sorge proprio sui binari della ferrovia! Un minuto prima che passi il treno, i venditori sbaraccano la merce  e ci si piazza di lato con i vagoni che praticamente ti sfiorano il naso. Noi sembriamo gli unici allibiti e un po’ preoccupati, mentre i thailandesi hanno la stessa tranquillità di quando si beve un caffè con un amico, Questa Thailandia non finirà mai e poi mai di stupirci!

Il mercato sui binari

Guarda che arriva il treno Fedeee

Si prosegue verso sud in direzione Malesia, ma prima ci fermeremo per visitare le isole di Ko Samui, Ko Phangan e Ko Tao. Abbiamo dimenticato però la regola d’oro, secondo la quale più tenti di fare progetti e più le cose andranno diversamente. Se il tempo ci ha sempre graziato con Betta e Ale, sembra abbia cambiato idea per questa parte del viaggio. Troviamo nuvole, pioggia e cielo grigio ad attenderci a Ko Samui, inoltre il turismo di massa si fa subito sentire sui prezzi che qui sono molto più alti. La stanza meno costosa lontano dal centro è nell’hotel di un austriaco che ha sposato una thailandese. Cucina piatti europei troppo costosi per noi, ma non ci preoccupiamo, troveremo sicuramente la solita baracca dove diventeremo clienti fissi.
Noleggiamo il nostro inseparabile amico motorino per partire in esplorazione, ma nonostante uno spiraglio di sole iniziale la pioggia torna sopra le nostre teste. Non riusciamo a vedere nulla delle famose spiagge cristalline thailandesi e a parte una passeggiata serale nella via principale, che non è altro che un insieme di negozi e ristoranti super turistici, passiamo due giorni in stanza a lavorare approfittando del mal tempo. Non ha senso fermarci di più e decidiamo di tentare la sorte spostandoci subito a Ko Phangan. Una volta sbarcati, notiamo che anche qui è pieno di trappole per turisti, devo faticare parecchio per interrompere una lite tra Federica e un tassista disonesto (naturalmente per salvare la vita al tassista). Per fortuna quando arriviamo al nostro piccolissimo bungalow vicino alla spiaggia, il sole torna a farci visita e riusciamo a vedere quelle acque cristalline da cartolina che spesso si associano alla Thailandia.

Il mare della Thailandia

Il nostro piatto quotidiano di “Rice, egg and vegetables”

Come Tarzan e Jane

“Dai che forse ce l’abbiamo fatta, questa volta andrà bene”, ma non facciamo nemmeno in tempo a fare un bagno che la nuvola di Fantozzi torna a perseguitarci. Ci diamo un giorno per decidere, la vita e l’alloggio per noi qui costano cari e non ha senso restare se non possiamo neanche goderci il mare o una semplice passeggiata in mezzo alla natura. Purtroppo niente da fare, il tempo non migliora e siamo scoraggiati, ci tenevano molto a questi giorni ma in questi casi dobbiamo pensare che può succedere, potremo tornare in futuro e dopotutto, chissà quante altre meraviglie ci aspettano in questo giro del mondo!
Rinunciamo all’isola di Ko Tao e torniamo subito sulla terraferma, sentiamo che è il momento di concludere la nostra tappa in Thailandia, siamo pienamente soddisfatti e abbiamo voglia di proseguire verso la Malesia. 

Questa totale libertà, con la possibilità di decidere quando fermarti e quando proseguire, di tirare fuori la cartina e sapere che se volessi, potresti chiudere gli occhi e puntare il dito a caso per scegliere la prossima meta, è la sensazione più bella del mondo. 

Forse perché non ci si abitua mai. 

Forse perché nessuno di noi l’ha mai provata.

 

IT’S NEVER TOO LATE

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